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Mons. Zappa

Il parroco ha introdotto l’incontro del 12 febbraio con un cordiale saluto in cui ha suggerito di migliorare la comunicazione, promuovere un dialogo virtuoso anche tra le varie realtà che operano in parrocchia. E’ necessario considerare la visione di chiesa cogliendo l’importanza della testimonianza ricevuta.
Nel 2019 si era pensato a un pellegrinaggio in Libano da proporre a tutto il decanato, progetto rimasto in sospeso a causa del covid ma non accantonato, per il quale verrà interpellata la Fondazione.

Mirella Taza Presidente della Fondazione

“È Dio il vero protagonista! Senza fratellanza crolla il mondo” diceva il Papa (1).
D. Giovanni Marcandalli, da uomo di fede, ha abbracciato il desiderio di Dio – e lo chiamava: il mio sogno! – desiderava fare la volontà di Dio, assecondando un gemellaggio con l’Egitto, vedendo aprirsi le strade verso questa possibilità di realizzazione, attraverso i fatti che gli si manifestavano a partire dagli incontri tra persone e dagli intrecci che Dio tesseva nella storia. Lui ha saputo leggerli e ubbidire al progetto di Dio.
Il Vescovo de Il Cairo, poi Patriarca Armeno Nersos Bedros, accolse contento questa proposta e ospitò i seminaristi in casa sua pur di avere il seminario! Alcune donne lo aiutarono per fare da mangiare e pulire, per aiutare questi giovani, futuri presbiteri. Vennero poi trasferiti in Libano. C’è un cambio dopo d. Giovanni Marcandalli. Don Augusto ci aiuta e ci sono nuove forze. La Chiesa respira a due polmoni: quello della Chiesa Occidentale e quello della Chiesa d’Oriente (2).
Abbiamo vissuto momenti unici. Nella differenza era tutto bello: la liturgia, la tradizione e la comunione tra le persone. Quando venivano questi ospiti il loro passaggio era una festa: c’era sempre musica, allegria, momenti di convivialità e gioia. Hanno portato la loro testimonianza anche nella nostra chiesa di periferia a San Donato Milanese.

(1) FRANCESCO, videomessaggio in occasione della seconda giornata della fratellanza umana del 4 febbraio 2022
(2) GIOVANNI PAOLO II, 13. 10. 1985, metafora proposta un secolo fa da Vjačeslav I. Ivanov

Ecco anche alcune immagini dell’evento:

Don Assaad Saad, cappellano della comunità maronita di Milano

Viene dal Libano (diocesi di Tripoli). Racconta che i cristiani maroniti sono presenti a Milano dal 2014, in via Durini; oltre a loro ci sono i Copti ma partecipano alla liturgia tutti i Cristiani dal Vicino Oriente.
La sua comunità è un ponte tra i due mondi. C’è uno Spirito di fratellanza in questa comunità.
Don Assaad partecipa al decanato del centro, partecipa alla commissione diocesana ecumenica.
La fondazione non fa attività di beneficienza, ha un compito molto più largo; è comunque doveroso l’aiuto economico benché la ricchezza di cui si parla sia l’eredità della fede . L’esempio della colletta di San Paolo per la Chiesa madre di Gerusalemme ci insegna questo.
Don Assaad Invita a un Pellegrinaggio in Libano e spiega il perché dell’attuale situazione di disastro economico libanese.
Dal 2019 c’è stato un crollo del Paese che è divenuto una sorta di prigione chiuso tra la Siria, Israele e il mare.
La situazione complicata e drammatica è frutto di una serie di sbagli.
I motivi del crollo economico sono:

  1. Politico e geopolitico.
  2. Corruzione
  3. Situazione nell’intera regione: 2 milioni di profughi su 4 milioni di abitanti: 600 mila palestinesi e 1.500.000 di siriani.

Il Libano confina con Siria e Israele. Il conflitto Iracheno influisce in Libano perché c’è un equilibrio molto precario che è condizionato dall’elemento religioso. Tutte le religioni hanno pari diritti politici. Questo significa che l’Iran influisce sugli sciiti, l’Arabia Saudita su i sunniti.
Un Paese che esce nel 2000 dalla guerra civile, non può essere affidato ai principi della guerra!, che sono i diventati i politici del Paese. Queste persone di fatto proteggono la corruzione perché, paradossalmente, mantengono un certo equilibrio nella situazione così delicata.
La corruzione è fondata sulla protezione delle istituzioni. Le istituzioni vengono suddivise tra i vari gruppi religiosi, ognuno dei quali mantiene la propria parte di potere. La presenza dei profughi ha portato un forte squilibrio.
Sono stati usati tutti i fondi e i risparmi del Paese. La Lira libanese si è svalutata enormemente: prima lo stipendio medio corrispondeva a 700€ circa ora corrisponde a 50€.
Il governo non ha più soldi per comprare elettricità. Di solito c’è elettricità dello Stato per un’ora al giorno. Quindi si usano generatori privati costosissimi. Stessa cosa per i combustibili.
Gli insegnanti non riescono ad andare a scuola ad insegnare perché costa troppo il trasporto in auto per raggiungere i plessi. La scuola è aperta 2/3 volte alla settimana.
Stessa cosa per la Chiesa. Nella diocesi di Tripoli c’è un orfanotrofio di 120 bambini a cui provvede il Vescovo ma non ci sono soldi per elettricità, né per il carburante per scaldare e per portarli a scuola. Tutte le istituzioni hanno le medesime difficoltà. Stanno tentando una negoziazione con la Banca Mondiale.
Conclude don Assaad: con la mia diocesi faccio una raccolta fondi.

Don Guillaume Bruté de Rémur, Rettore del seminario è francese e vive da 23 anni in Libano

(3) DEVOTO OLI, Dizionario illustrato della lingua italiana, selezione dal reader’s digest, Milano, 1967 Termine gr. Per indicare il ‘prefetto’ della
provincia romana. Nella Chiesa Cattolica di rito orientale il termine Eparca corrisponde a quello di Vescovo
(4) GIOVANNI PAOLO II, Lettera Apostolica a tutti i Vescovi della Chiesa Cattolica sulla situazione del Libano, 1989.

Introduce la sua testimonianza raccontando l’origine del seminario, nato in Egitto ora è a Beirut. Tre sono gli Eparchi (3) fondatori: il Vescovo Armeno Pierre Taza (il cui nome Armeno di Patriarca era Nersos Bedros), il Patriarca Coptocattolico Sua Beatitudine Mons. Stefanos II Ghattas e il Vescovo Maronita de Il Cairo Dergham.
Si sono formati 25 preti, tra poco ci sarà una nuova ordinazione e il presbitero sarà incardinato nella chiesa maronita de Il Cairo.
Gulliame racconta che hanno più di 20 ore di taglio elettrico, i generatori a benzina sono costosissimi. Ma ciò che serve di più tra i cristiani libanesi è la comunione.
I Cristiani sono assetati di comunione tra loro e con l’Occidente. I cristiani orientali sono stati “venduti” … qualcuno lo dice non senzadolore. “Il Libano non è un Paese, è un messaggio” (4) affermò Giovanni Paolo II.
Il cristianesimo ha sempre mediato, è stato come un cemento sociale che ha tenuto insieme questo mosaico di presenze in una convivenza dal difficile equilibrio. L’esodo dei Cristiani ha acuito le tensioni tra minoranze di altre religioni.
Noi formiamo presbiteri che abbiano un cuore aperto. Esperienza di un seminarista brasiliano, Juan, da più di 6 anni in Egitto e in Libano. E’ stato a Il Cairo 3 anni con un presbitero che serve la chiesa copta- cattolica. La sua missione è portare l’amore di Dio alle persone e annunciare che Cristo ha vinto la morte. Juan, con grande serenità, ha affermato: “Con tanta libertà siamo in questo Paese, il Libano!”
Essendo il seminario interrituale, si preparano i preti alla celebrazione nei vari riti per superare campanilismi e riconoscimenti identitari chiusi su sé stessi ed autoreferenziali. È necessario incontrarsi e conoscersi. Arricchire e stimolare scambi anche qui tra noi aiuta in questo compito di educazione alla comunione e alla fraternità.
Il Patriarca Copto vive a Milano. È necessario superare appartenenze identitarie troppo chiuse. I seminaristi studiano 7 riti, ogni seminarista dopo gli ordini minori sceglie un rito a cui dedicarsi.

Intervento di don Augusto Casolo

Una cosa significativa è che essendo il seminario interrituale, vede la formazione di presbiteri per tutte le chiese orientali dei vari riti e questo dovrebbe essere quell’aiuto per il superamento anche di campanilismi antagonismi.. Quando penso che in Egitto ci sono tre patriarchi, diventa particolarmente importante e necessario incontrarsi per conoscersi e condividere la medesima presenza e la medesima missione. Quello che noi possiamo fare qui è quello di alimentare questo ponte tra le realtà delle chiese orientali presenti in città con la realtà diocesana milanese e con il mondo orientale. In questi giorni c’è qui il patriarca copto cattolico che ha dei parenti nella nostra città e questa mattina non ha potuto essere presenti per altri impegni. Noi ci auguriamo che anche nel prossimo incontro del mese di maggio ci possa essere una presenza di questo tipo e coinvolgere così il maggior numero di persone perché siano sensibilizzate a questo progetto.

Intervento di Dario Dall’Aglio

“E’ importantissimo il rapporto tra la Fondazione e il seminario per preparare e favorire il miglior dialogo: l’inglese, conoscere le altre chiese patriarcali e gli altri riti che sono una ricchezza inestimabile per la Chiesa universale”.

Di seguito il video integrale del convegno

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